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19 agosto 2006

Reliquie

Nulla di più ridicolo del culto delle reliquie. La sindone spacciata per sudario di Cristo fu prodotta ieri, come dimostra la prova al carbonio. Secondo le misure degli abiti (lussuosi broccati francesi del sec. XVI) indossati dalla Madonna e da san Giuseppe, lei era alta due metri e mezzo e lui appena novanta centimetri. Se si riunissero tutti i pezzi e le schegge della croce sparsi per il mondo, essa peserebbe centinaia di tonnellate. I pii hanno versato al clero ingenti somme per venerare un dente di latte di Gesù, una ciocca dei suoi capelli, un tozzo di pane dell’ultima cena, la veste indossata davanti a Pilato, un dentone di san Pietro, un po’ di braccia, frammenti cranici degli apostoli e due anfore delle nozze di Cana. Centinaia sono le sante spine adorate qua e là, come a S. Giovanni Bianco (Bergamo), nonostante la corona i rovi portata da Cristo garantita intera ed esposta alla Sainte Cappelle. Il latte della Madonna ha inondato miriadi di chiese e conventi. È sparito al suono della Marsigliese, ma non del tutto. In Italia, il devoto può ancora rendergli omaggio in fiaschetta, nella fiorentina S. Maria Novella e nella veneziana S. Marco. Dice don Molinari, docente di storia moderna alla facoltà di Magistero dell’Università Cattolica di Milano: «Ora che la scienza ha dimostrato che la sindone è del tardo medioevo, la sua venerazione può continuare perché di per sé non è mai stata indirizzata a quel pezzo di tela, ma a Cristo» (fonte: www.antipapismo.it)

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